Una strana giornata per una gita in montagna: il tempo non era dei migliori ma a loro due non interessava. Mangiarono frutta, fragole, uva, ciliegie, passandosele con la bocca. Da li potevano sentire la folla che chiacchierava giù, in fondo alla valle e marciava verso Assisi per la Pace.
Già avevano visto il sentiero che s'inoltrava dentro il bosco. Lui la prese in mano e si avviarono lungo il viottolo. Lei era davanti a lui che la osservava camminare ancheggiando. I pantaloni attillati mettevano in risalto il suo fondoschiena e lui non poteva fare a meno di accarezzarlo. Ad un certo punto trovarono un posto abbastanza riparato: un tronco in terra di traverso permetteva di appoggiarsi comodamente ma lui incominciò a toccarla da dietro premendola contro un albero. “E se arriva qualcuno?” chiese lei timorosa ma già eccitata. “Non importa” rispose lui. Le accarezzava i seni da sotto la maglietta, sentiva i capezzoli duri ed eretti. La bocca sul collo, il respiro caldo, umido, eccitato. Un forte tuono li fece trasalire ma lui non si fermò. Adesso le stava slacciando i pantaloni e la sua mano scivolava giù, sempre più giù scoprendo la sua eccitazione. Lei inarcò la schiena offrendosigli, ma lui la fece girare baciandola appassionatamente in bocca. Lei gli slacciò con foga i pantaloni e, chinandosi, incominciò a succhiargli l’asta. Incominciava a piovere e lei lo guardò con preoccupazione ma lui la tranquillizzò e la fece girare di nuovo. La penetrò da dietro, facendola appoggiare ad un albero. Lei ebbe un sussulto nel sentire il suo calore e accompagnò i suoi movimenti che si facevano sempre più profondi ed intensi. Oramai pioveva molto. Lei sentiva che il piacere era troppo forte e lo implorò di farla venire. Lui prese a toccarle il clitoride con una mano e a quel punto arrivò per lei l’orgasmo intenso. Non potè fare a meno di urlare. Lui la fece girare e, seduta su un tronco in terra la penetrò di nuovo. Oramai erano tutti bagnati: l’acqua colava giù dai capelli di lei, finiva sugli occhi, sulla bocca. La maglietta bagnata era appiccicata ai suoi seni offrendogli una visione meravigliosamente eccitante. Lui succhiò le gocce d’acqua dal suo viso continuando a scoparla. Lei si sentiva su, sempre più su, la corteccia del tronco gli graffiava le natiche ma non se n'accorgeva di nuovo senti l’orgasmo arrivare e quello di lui la travolse.
Improvvisamente si accorsero di quanto piovesse e rivestendosi alla meglio corsero a perdifiato, giù per il sentiero, ridendo come matti e gridando quando i capelli s'impigliavano sui rami. Raggiunsero la macchina che avevano il fiatone e ridendo ancora come matti, la pioggia batteva forte sul tetto dell’auto. Si guardarono e: “Dove eravamo rimasti?”
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