martedì 27 marzo 2007

sogno o realtà?



Aprii gli occhi e mi ritrovai in un ambiente sconosciuto. Per un attimo non capii dove mi trovavo. Dalle persiane chiuse, alla mia sinistra, filtrava un timido raggio di sole. Guardai la sveglia sul comodino: le otto e venti. Mi sollevai dal cuscino e mi accorsi di una presenza al mio fianco. Un corpo seminudo, coperto solo dal lenzuolo sui fianchi, spalle abbronzate, capelli bruni, il volto girato dall’altra parte così che non potevo riconoscerlo. Una mano appoggiata sul cuscino, vicino a me… affusolata, ben curata, unghie corte e bianche… Quella mano…. Improvvisamente sentii quelle dita fra i miei capelli: li accarezzavano, li arruffavano e li attorcigliavano. Adesso sulla fronte, il pollice sugli occhi a sfiorarli lieve...sulla bocca, la aprivano … Quella mano sull’orecchio, le dita sul lobo, a seguire la sua curva… poi con il dito a tracciare una linea invisibile fino al seno, al capezzolo che prese a stringere, a girarci intorno. Quella mano che seguitava ad andare giù, fra i seni, sull’addome, fino all’ombellico, le dita che disegnavano ghirigori sulla pancia. Quella mano che mi mancava quando, per un momento che sembrava un’eternità, si staccava dalla mia pelle. Quella mano che mi faceva trasalire quando la sentivo di nuovo calda su di me all’ improvviso… sulla schiena lungo la sua curva naturale, sui glutei e fra di essi…sulle cose e più giù, fino ai polpacci, li massaggiava li pizzicava. E poi i piedi… solleticava le dita una ad una, la sentivo morbida, dolce, poi di nuovo andava su facendo arabeschi all’interno delle cosce e arrivando alla mia intimità, la penetravano …
Aprii gli occhi e mi ritrovai in un ambiente sconosciuto. Per un attimo non capii dove mi trovavo…

lunedì 26 marzo 2007

come neve al sole


“Cosa stai facendo?” Lui era di la, lo sentivo aprire e chiudere sportelli. Mi stavo truccando gli occhi davanti allo specchio. Dovevamo uscire per una cena della quale, per la verità, non avevo molta voglia ma avevamo litigato e questo era un modo per fare pace. Indossai le calze nere con la riga dietro, forse un po’ antiquate ma mi piacevano particolarmente perché rendevano le mie gambe dritte ancor più snelle. Misi il tubino nero, corto e, come al solito, non indossai il reggiseno. Lui mi arrivò alle spalle e prese a chiudere la lampo sulla schiena poi posò un bacio caldo sulla mia spalla nuda. Mi scostai, quel contatto mi dava fastidio. “Perché non rimaniamo a casa?” mi chiese. “Senza cena? Ma non hai fame?” Lui mi guidò in sala da pranzo e vidi che aveva apparecchiato la tavola con la tovaglia bianca ricamata, piatti di porcellana e in mezzo aveva messo una candela e due bicchieri con del vino rosso. “Che significa questo?” gli chiesi “Significa che mangiamo qui, ma se non ti va possiamo anche non mangiare…” . Si accostò a me e disse:” Sei più bella che mai stasera” Mi passò la mano sui capelli e mi baciò appassionatamente sulla bocca. Sapeva che ai suoi baci non potevo resistere, mi conosceva bene.” Quando ti tocco ti sciogli come neve al sole”. Si staccò da me” Aspettami qui” disse. Tornò poco dopo con in mano il secchiello del ghiaccio lo appoggiò sul tavolo poi incominciò di nuovo a baciarmi con sempre più passione. Io già sentivo le gambe tremare e l’eccitazione salire sempre più. Mi fece girare e tirò giù lentamente la lampo mentre la sua bocca era sul collo. Improvvisamente sentii qualcosa di gelido scorrere lungo la mia schiena. La sensazione fu talmente intensa che gemetti inarcando la schiena. Poi fece scorrere il ghiaccio sul collo e lungo il solco fra i seni, sui capezzoli rendendoli duri fin quasi a farmi male. “La tua pelle è bollente, il ghiaccio non può fare a meno di sciogliersi. Il tuo corpo è fatto per il sesso, ogni sua parte reclama baci, carezze. Io conosco il tuo corpo più di te stessa, solo io posso farlo tremare così…” Le sue parole, mescolate ai suoi baci mi portarono su, sempre più su e quando sentii la sua mano, improvvisa, fra le mie gambe, dove la stavo aspettando con impazienza e non potei fare a meno di avere un orgasmo intenso, lungo, senza fine che mi lasciò sfinita, fra le sue braccia…

voglia di vacanze


l'estate scorsa, nostalgia...


sabato 24 marzo 2007

basta! non lo faccio più

il cell suona è un sms. lo apri: Angel"vieni in bagno." posi il cellulare un pò scocciata, non hai voglia di andarci e poi pensavi che lui avesse capito che non ti va più. esci dall'ufficio con noncuranza e senza fretta. nel corridoio, seduto su una poltrona c'è un tizio che aspetta,lo hai già visto altre volte, è un uomo di colore alto magro...ti guarda mentre passi davanti a lui ma non puoi passare inosservata con la mini, gli zoccoletti con il tacco sottile e le gambe abbronzate! entri nell'antibagno e noti subito la porta del bagno degli uomini semi aperta e ti ci infili. lui ti afferra subito e ti bacia. "che vuoi?" gli chiedi ma è una domanda inutile." Mi piaci e ti voglio, voglio baciarti" poi le sue mani sono dappertutto sul tuo corpo. ti solleva il top ti bacia i seni nudi e con i capezzoli già eretti. non vuoi ma sei eccitata. lui ti solleva la gonna e infila la mano sotto il tuo perizoma...si slaccia i jeans e ti fa sentire il suo cazzo già duro. Si inginocchia davanti a te e ti lecca la figa bagnata...ogni tanto qualcuno cerca di entrare ma non ci fate caso nessuno dei due. "mettiti qui" ti dice indicando il bidè. ti ci siedi sopra e lui, chinandosi su di te, continua a leccarti facendo salire la voglia fino al culmine. ti fa venire in poco tempo proprio mentre entra qualcuno nell'altro bagno e cerchi di trattenerti dall'urlare...ci riesci male e lui ti mette una mano sulla bocca... ecco, è finito. basta! è l'ultima volta, non accadrà più con lui. ritorni in ufficio e passi di nuovo davanti al tizio di colore che continua a guardarti. cerchi di apparire più naturale possibile...ti lisci la gonna, passi oltre sentendo i suoi occhi come spilli.

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l'ho spogliato e gli ho massaggiato l'uccello, gli ho detto guardandolo sorniona che avrei voluto farlo venire solo così e lui mi ha risposto che si, si può fare. ma dopo un pò non mi è bastato più, l'ho affondato nella mia bocca con voracità, come avrei fatto con un frutto goloso... ad un certo punto lui mi ha fermata si è girato e si è semi sdraiato sul divano con il busto sollevato e mi ha avvicinata a se, mi ha voluta con le spalle in contatto con il suo petto...la testa sulla sua spalla e intanto che mi baciava il collo mi accarezzava i seni, la pancia...fino al mio fiore...ed io continuavo a massaggiargli l'uccello...una dolcezza infinita, quasi casta... improvvisamente la sensazione di essere trafitta da non so cosa, una forte emozione...lacrime che stanno per sgorgare... sono innamorata... continuo a toccalo e giro la testa perchè lui possa baciarmi anche il viso, la bocca... forse stasera non faremo l'amore...

sabato 17 marzo 2007

Puff!!

Hai visto quel libretto appeso sul tabellone di fianco a noi. In francese. Lo hai preso dicendo: "Adesso ti leggo qualcosa...poi però rischi di scioglierti..perchè il francese..." " Si, è molto romantico è vero" ti ho risposto io. Sto appoggiata al tavolo dietro di me e tu mi sei davanti ed ora leggi, sei vicinissimo...forse perchè la confusione del salone non ci permette di capirci. L'accento soave del francese e la tua bocca che si muove mi incantano... Ad un certo punto non sento più la tua voce...non sento più la confusione intorno a noi, vedo solo la tua bocca che si muove pronunciando parole mute. Sei vicino...sempre più vicino... Improvvisamente qualcosa mi trafigge...qualcuno mi chiama... !

mercoledì 7 marzo 2007

Lulù

Era l'estate 2001. Mio figlio quel giorno aveva trovato un gattino piccolissimo e magro ma di una tenerezza infinita. Tigrato nero e grigio, stava sul palmo della mano e miagolava impaurito. Lo coccolai e gli diedi un pò di latte che leccò avidamente. Era estate, dicevo, fine giugno... Quei mesi, per me, erano i peggiori, e non per il tempo, io adoro il caldo e il sole, ma per il rapporto che si creava con mio marito. Il suo lavoro in quel periodo raggiungeva un picco, quindi molto stress e molto nervosismo. Purtroppo me lo sentivo addosso e mi vedevo costretta, ogni giorno, a tenere tutto sotto controllo, a fare in modo che tutto andasse bene, che i miei figli stessero tranquilli per evitare che ci fossero ulteriori motivi per farlo innervosire. Quando lui entrava in casa per il pranzo, a me venivano i crampi allo stomaco e incominciava il mio controllo su tutta la situazione ma a volte non ce la facevo a tenere tutto calmo e capitava che mio figlio, allora di 7 anni, lasciasse cadere la forchetta perchè non gli piaceva la pasta asciutta e tutto precipitava. Io smettevo di mangiare, se mai fossi riuscita a mangiare, e cercavo di aggiustare le cose con una calma che non avevo e che simulavo male. Male allo stomaco e tanta voglia di vomitare. Quell'estate, il gattino mi stava rallegrando. Mi presi cura di lui. Gli insegnai ad usare la lettiera e lui fu veloce ad imparare. Spesso non lo vedevo più per casa ed allora andavo a cercarlo e puntualmente lo trovavo nascosto dietro la cucina. Avevo bisogno di un pò di serenità ma non ne avevo. Allora facevo finta che tutto andasse bene e finivo per crederci davvero, almeno non mi arrabbiavo troppo ma il mal di stomaco era sempre presente. Una sera rientrai in casa dopo aver partecipato ad una riunione di una associazione di volontariato. Ovviamente mio marito era arrabbiato perchè ero andata, non gli andavano a genio queste riunioni, diceva che mi facevano trascurare la famiglia. Come sempre lui andò a dormire ed io rimasi con il solito nodo alla gola, nodo che mi veniva dopo ogni discussione di questo tipo e che non volevo si sciogliesse perchè farlo significava ammettere con me stessa che la mia vita era un disastro e ne sarei uscita distrutta. Mia figlia era li, si era appena alzata dal computer e io mi sedetti al posto suo. Entrai in internet e dalla pagina iniziale cliccai nei vari link che trovavo. Stavo facendo tutto in modo automatico, senza uno scopo precino, non cercavo niente. Trovai il link della chat e l'aprii. Mi chiesero un nick e ne misi uno provvisorio, il primo che mi venne in mente: Lulù. Poi aprii altre pagine. C'erano una miriade di "stanze" ne scelsi una a caso: "l'isola che non c'è" Non ero mai stata in una chat non sapevo come fare per entrare nel discorso. Andavano tutti molto velocemente e non riuscivo a seguire il filo. Di fianco c'era una lista utenti, cliccai su un nome a caso e scrissi: "Ciao". Lui rispose e iniziammo un dialogo. Non ricordo bene di cosa parlammo quella prima sera, sicuramente fu solo un primo approccio di conoscenza, forse io parlai di me e della situazione che avevo in casa. Quella sera andai a letto tardi. Questa cosa mi tenne compagnia per tutto il giorno seguente e la sera, appena finite le faccende di casa, mi rimisi di nuovo al pc e, entrata in chat, cercai quel nick. Lo trovai e di nuovo parlammo e parlammo. Nelle sere seguenti raccontai a quello sconosciuto cose che, fino ad allora, avevo confidato a pochissime persone. Lui mi capiva e mi confortava. Ben presto i nostri discorsi deviarono in altre direzioni ed io mi sentii “diversa”. Mio marito continuava a dirmi che ero frigida ed io gli credevo perché non avevo quasi mai voglia di fare sesso ma le sensazioni che mi procuravano le parole di quel tipo mi fecero pensare il contrario. Lui mi eccitava come non mi era mai successo. Una sera lui mi chiese di vederci. Io rifiutai subito ma le sere seguenti lui insistette ancora, finchè accettai. Nel frattempo mi aveva mandato una sua foto e lo trovai un bel tipo. Lui invece non mi aveva mai vista. Decisi io il posto dove incontrarci, volevo un posto dove mi sentissi di casa. Nei giorni seguenti, prima dell’incontro, fui assalita dalla paura e fui tentata molte volte di lasciar perdere tutto. Ma il desiderio di conoscere quel tipo era molto forte. Ogni tanto mi veniva il pensiero che, forse, per la prima volta avrei tradito mio marito ma non me ne importava nulla. La paura mi spinse, comunque a prendere delle precauzioni e raccontai tutto ad una mia amica dicendole anche dove sarei andata. In quel modo mi sentii più tranquilla. Il giorno dell’incontro mi preparai con cura poi feci in modo di arrivare per prima all’appuntamento così da poterlo vedere di nascosto… Lui mi accolse con un sorriso ed anch’io gli sorrisi. Bevemmo qualcosa in un bar e mentre parlavamo seduti uno di fronte all’altro io già sapevo che ci avrei fatto sesso, forse per verificare che le emozioni che mi procuravano le sue parole erano vere, forse per farla pagare a mio marito che mi accusava di essere frigida… ma non avevo dubbi, quel giorno stesso ci avrei fatto sesso. Così quando mi portò nella sua camera di hotel non mi opposi… Fu incredibile, travolgente, mi ritrovai a fare cose mai fatte e mai pensato di fare. Mi scoprii una carica erotica mai avuta, una rivelazione. Io frigida? Ma non fatemi ridere! Ci siamo visti altre volte ed ogni volta ne uscivo meravigliata di me stessa... poi è finita, il perché non ha importanza ma tutto questo ha cambiato la mia vita e me stessa Ora non sto più con mio marito, ho preso un'altra strada... Quella sera d’estate, al pc avevo preso atto di quanto fosse vuota la mia vita. Cercare emozioni in uno sconosciuto era stata una richiesta di aiuto inconscia perchè stavo morendo poco a poco. Non ho più rivisto quell’uomo e non so se ripeterei un’esperienza simile ma lui è arrivato nella mia vita nel momento giusto, è stato quello che mi ha dato la spinta decisiva per dare una svolta alla mia vita. Ora "Lulù" non c'è più.

domenica 4 marzo 2007

Ciao

lunghe sere d'inverno. il caminetto acceso e tu che entri in casa con un fascio di legna in braccio, la disponi ordinatamente li accanto e poi attizzi il fuoco e noi bambine ci scaldiamo le mani gelate. ricordo il tuo sorriso quando tutti insieme, intorno al tavolo, raccontiamo della nostra giornata scherzando su episodi buffi. ricordo che la tua vita non è stata semplice ma mai hai perso la voglia di andare avanti. ricordo quando ti ho raccontato la mia vita, le mie decisioni e tu mi hai risposto semplicemente: " se sei felice così va bene" ed io ti ho ringraziato perchè sei stato dalla mia parte. voglio ricordarti così, sereno. e sereno sei ora, il sorriso sul tuo viso ora di nuovo giovane, senza più sofferenza.
ciao.